Centro Servizi Sociali per la Famiglia - Consultorio Familiare Privato "Pasquale Raffa" OdV

LE NOSTRE RADICI

 

Maria Tripodi Loddo

in Batti le ali e vola. Pasquale Raffa. Vivere donando, Falzea, Reggio Calabria 2018

 

Per raccontare brevemente la storia del “Centro Servizi Sociali per la Famiglia Consultorio Familiare” di cui il dottore Lucio Raffa è stato direttore dal 1981 alla sua morte, avvenuta nel 2008, ho ricercato la poca documentazione rimasta, consistente in alcuni verbali redatti in occasione di incontri preliminari alla costituzione del Centro o delle assemblee46, ascoltato persone che negli anni hanno partecipato alla vita del Consultorio ed anche ricostruito qualche ricordo personale.

 

Sono gli anni ‘60, anni del cosiddetto “boom economico” che determina profondi cambiamenti in ambito sociale, politico ed anche familiare. La famiglia tradizionale non regge più. I problemi delle nuove famiglie inserite in una “società mobile, tecnica, industriale”, le esigenze dei giovani, certamente più consapevoli e liberi che sfoceranno poi nella contestazione dell’intero sistema, sono completamente diversi rispetto al passato. Il matrimonio comincia progressivamente a sgretolarsi fino ad arrivare alla proposta e poi alla legge sul divorzio (1970).

 

Questi cambiamenti sono avvertiti anche in sede diocesana e si sente l’esigenza di andare incontro alle nuove difficoltà che soprattutto le giovani coppie devono affrontare. L’idea di fare qualcosa per la famiglia, di accogliere il suo disagio e offrire servizi di supporto, è di un giovane sacerdote Don Giuseppe Agostino, parroco prima a Villa S. Giovanni e poi di S. Giorgio al Corso e Presidente del Tribunale Ecclesiastico Calabro. L’esperienza del Tribunale segna profondamente don Giuseppe perché lo pone, come lui stesso dice, di fronte “alla drammaticità delle separazioni coniugali e delle cause di dichiarazione di nullità”47. Comprende che la Chiesa deve promuovere il valore della famiglia, occuparsi di una “seria formazione dei giovani che scelgono la via del matrimonio” così come si è preoccupata della “preparazione specifica e preventiva degli altri sacramenti o stati di vita”48. Questa ansia pastorale è condivisa dall’Arcivescovo mons. Giovanni Ferro, che incoraggia don Agostino a realizzare idonei strumenti di prevenzione e di intervento per sostenere le famiglie49. Don Giuseppe si mette subito al lavoro e organizza diversi incontri di riflessione, motivazione e sensibilizzazione di alcune signore, di un gruppo di medici e di avvocati, vicini all’ambiente ecclesiale, individuati come possibili operatori del Consultorio, e di alcuni sacerdoti per poter avviare insieme “un lavoro efficace” in diocesi.

 

Il primo incontro documentato, presieduto da don Agostino su incarico dell’Arcivescovo, si svolge in casa della sig.ra Trapani presenti solo donne (Blandina Trapani, Liliana Barone, Clementina Glejeses, Giuliana Marcocchia, Anna Amato, Laura Versaci, Maria Teresa Rizzo, assente Pina Capone Meliadò)50. In questo incontro sono indicati in modo chiaro gli obiettivi e le finalità del Consultorio che saranno poi inseriti nello Statuto del 1973, quando il “Centro per la famiglia “si costituirà in associazione come “Centro di servizi sociali per la famiglia”. Si evidenzia subito, l’importanza di istituire una biblioteca fornita di testi, riviste e periodici su tematiche familiari a disposizione dei consulenti e degli utenti. Si stabiliscono in linea di massima le attività che il consultorio dovrà realizzare con la collaborazione di professionisti chiamati a prestare la loro opera “entro la sfera delle proprie competenze e capacità”, consistenti in corsi formativi per adolescenti, per fidanzati, gruppi di spiritualità familiare.

 

Viene anche precisato il compito che le signore, disposte ad accettare questo “lavoro apostolico”, dovranno svolgere: proposte e coordinamento dei corsi da realizzare nelle parrocchie, istituti, associazioni, enti; collaborazione nel settore amministrativo, tecnico, organizzativo per la biblioteca, manutenzione della sede, sistemazione orari, smistamento dei casi da proporre allo studio e alla consulenza degli specialisti; presenza a turno e per competenze per incontri e colloqui, impianto schedario, cura rapporti con le parrocchie, associazioni ecc...e, soprattutto, “pregare molto per la buona impostazione e realizzazione del lavoro programmato”. Le signore presenti condividono pienamente quanto proposto e sottolineano l’importanza del lavoro con gli adolescenti e la necessità di pubblicizzare le attività anche con articoli sul settimanale cattolico (Avvenire di Calabria), per motivare i giovani ad avvalersi dei servizi che il consultorio è in grado di offrire: “oltre l’assistenza formativa, morale religiosa anche una specifica assistenza legale e medico sanitaria”51.

 

Al secondo incontro52, tenutosi in casa del dott. Giuseppe Glejeses, partecipano solo medici dott.: Pasquale Raffa, Valdimiro Labate, Demetrio Meduri, Francesco Amendolea, Antonino Monorchio e Santo Viola. Si chiede loro di collaborare, offrendo “apostolica prestazione di consulenza professionale ed un contributo di lezioni su argomenti di loro competenza”. Don Giuseppe richiama l’urgenza di preparare i giovani alla vita matrimoniale in modo che possano costruire famiglie “sane, equilibrate”, tenendo conto dei grandi cambiamenti, dei condizionamenti, della confusione che c’è intorno a loro anche a motivo dei mezzi di comunicazione che a volte più che formare “deformano”. Dal vivace dibattito emerge la necessità di utilizzare tutti i mezzi che la scienza mette a disposizione per affrontare almeno alcuni dei problemi che si evidenziano nella vita di coppia e nella famiglia (sterilità, malattie veneree, disturbi sessuali, controllo delle nascite e procreazione responsabile). Si sottolinea l’importanza della visita pre-matrimoniale per prevenire determinate malattie (es. la microcitemia) e mettere la coppia di fronte alle proprie responsabilità.

 

Un terzo incontro preliminare si svolge a casa del consigliere di corte d’appello dott. Francesco Cananzi, al quale partecipano, su invito personale di don Giuseppe Agostino, anche l’avvocato Alberto Panuccio e l’avvocato Luigi Saccà Lucchese. I presenti, dopo aver ascoltato le richieste di don Agostino, accettano di collaborare per quanto di loro competenza impegnandosi a preparare “schemi di lezioni sulla posizione giuridica del matrimonio in Italia”53.

 

Le riunioni per gruppi, si concludono con l’incontro, nella sala della consulta diocesana di Azione Cattolica, con alcuni sacerdoti: don Italo Calabrò, don Lillo Spinelli, Don Benvenuto Malara, don Andrea Cassone, don Ottavio Rossetti, don Giuseppe Cotroneo, ai quali Don Agostino fa presente le difficoltà e il disorientamento di molte famiglie nel gestire i rapporti con i giovani e parlare con loro di sessualità e che senz’altro un “Centro pro famiglia” potrebbe essere di grande aiuto. Viene chiesta, quindi la loro collaborazione per avviare un proficuo lavoro pastorale. Seguono alcuni interventi: don Italo Calabrò propone di “chiamare a collaborare anche altri sacerdoti della Provincia che, a loro volta, possono favorire quel clima di lavoro in campo interdiocesano oggi tanto auspicato”, di organizzare “ritiri per i genitori” e di fornire la biblioteca di testi adatti a questo scopo; Don Rossetti chiede ”un lavoro decentrato, ma con un recapito a Reggio”; Don Malara “un lavoro a livello ciclico, interparrocchiale” e la preparazione di un testo che può essere di aiuto a chi è alla vigilia del matrimonio54.

 

Il 22 settembre del 1967 alla presenza di Mons. Giovanni Ferro si riunisce la prima assemblea di tutti i collaboratori del “Consultorio pre-matrimoniale e matrimoniale”. Il direttore don Agostino illustra ai presenti il lavoro svolto, le finalità e la metodologia che si intende attuare. Monsignor Ferro apprezza quanto fatto e incoraggia a proseguire in questa importante “opera sociale” e afferma la necessità di una “presenza umile, costruttiva, paziente, competente, responsabile perché la famiglia sia aiutata a riflettere la comunione di Dio tra gli uomini”55.

 

Un ultimo incontro, tra tutti i gruppi di lavoro, si svolge in casa della sig.ra Rizzo, insieme al delegato regionale di A.C. e al rev.mo don Paolo Liggeri, fondatore dell’istituto “La Casa” di Milano, riconosciuto come il primo Consultorio familiare sorto in Italia, e che sarà punto di riferimento e collegamento soprattutto per la formazione degli operatori, fino a quando il consultorio di Reggio non si aggregherà all’UCIPEM di Bologna e poi alla Confederazione dei Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana voluta dalla CEI.

 

Don Paolo Liggeri, oltre a garantire la sua presenza per la conferenza di inaugurazione, da tenere il 4 ottobre nella sala dell’Auditorium San Paolo, dà molti consigli e suggerimenti sull’impostazione del lavoro e su come portarlo avanti per non scoraggiarsi di fronte agli ostacoli, alla lentezza, qualche volta anche al sospetto dell’accesso degli utenti ai servizi del consultorio. Raccomanda la segretezza e l’anonimato nella trattazione dei casi difficili da discutere collegialmente, la presenza costante, soprattutto all’inizio, del direttore che, gradualmente, si potrà fare aiutare o anche sostituire da un altro sacerdote56. Nell’ultima riunione del 1967 nella sala parrocchiale di S. Giorgio al Corso si riunisce il Direttorio57 e si decide, per poter affrontare le spese indispensabili per avviare le attività, di chiedere ai soci di impegnarsi a versare una quota mensile di £ 1.000. il direttore comunica che Mons. Ferro darà un aiuto iniziale di £ 200.000 e che sono state inviate lettere ai sacerdoti di Villa S. Giovanni, Pellaro, Melito, Gallico marina, Sacro Cuore e Santa Lucia per la realizzazione dei primi corsi di preparazione al matrimonio e di essere in attesa delle risposte di adesione.

 

Il quattro ottobre, come programmato, il Consultorio viene solennemente inaugurato, alla presenza dell’Arcivescovo Mons. Giovanni Ferro, delle autorità cittadine e di un vasto e numeroso pubblico. La stampa locale enfatizza questo evento riportando gli interventi del relatore don Paolo Liggeri che definisce il consultorio: una grossa “impresa” e “un servizio specchiato nell’opera di Cristo per ripetere il miracolo delle nozze di Cana, trasformando in vino generoso l’amore umano, così spesso annacquato e diluito”; e del direttore, don Giuseppe Agostino il quale citando l’analisi della famiglia calabrese fatta da Corrado Alvaro, sottolinea come da noi: “la famiglia sia il punto di convergenza, espressione di tanti valori che ci sono tipici, ma nello stesso tempo manifestazione di tanti pregiudizi, tabù di cui siamo portatori’’. Indicando così una traccia per il consultorio: rinsaldare i valori e liberarci dai pregiudizi58.

 

Con il sostegno e l’incoraggiamento dell’Arcivescovo il Consultorio inizia il suo lavoro con una serie di corsi, il primo a Scilla seguito da oltre 300 giovani. Lo schema tipico di questi corsi, alcuni comuni, altri separati per le ragazze e per i giovani, è: La dimensione sacra del matrimonio; il volto psicologico dei due sessi e il loro incontro nel matrimonio; maternità, complementarietà sessuale, educazione sessuale come equilibrio psico-fisico; la famiglia società giuridica, i rapporti interpersonali tra genitori e figli e tra gli sposi sotto l’aspetto giuridico ed etico, l’indissolubilità del matrimonio59. Mons. Agostino dopo la sua nomina a Vescovo di Crotone (1973), afferma di “aver parlato in tutta la provincia di Reggio a più di settemila giovani”60.

 

Dalla ricerca fatta non sono stati reperiti documenti relativi alle attività degli anni successivi fino al 1981.

 

Nel libro Verbali Assemblee 1981-1983 Centro di servizi per la famiglia, leggiamo che nel primo incontro61 ci si chiede se il Centro di Servizi Sociali per la Famiglia, costituitosi in associazione nel 1973, può ancora considerarsi giuridicamente esistente. Si conclude che per le norme sulle associazioni è ancora valido e si convoca per il 17/10/81 l’assemblea dei soci fondatori e degli altri iscritti per riprendere le normali attività.

 

In questa assemblea presieduta dal socio anziano Dott. Pasquale Raffa, preso atto delle dimissioni del direttore prof. Raffaele Emilio, si elegge secondo l’art.6 dello statuto del 1973, il Consiglio Direttivo che risulta così costituito: direttore Pasquale Raffa, vicedirettore Raffaele Cananzi, vicedirettrice Maria Anna Cilione, tesoriera Blandina Trapani Lombardo, segretaria Giovanna Guarna Macrina.

 

In una successiva assemblea62 si discute dei criteri per individuare delle famiglie per supportare il Centro e si stabiliscono le quote di adesione diverse per i soci ordinari, sostenitori e benemeriti, per le associazioni quote libere. Si decide di acquistare un corso di educazione sessuale e di affidare all’avvocato Silvio Dattola l’incarico di avviare la pratica per il riconoscimento del Consultorio63.

 

Dopo circa un anno di riflessioni, contatti con parrocchie, associazioni, gruppi ecclesiali, il Direttore convoca l’assemblea di tutti i soci, allargata ai gruppi famiglia esistenti in Diocesi e a quanti sono interessati alla promozione di essa. In questa occasione il direttore del Consultorio dott. Pasquale Raffa traccia un breve storia degli avvenimenti diocesani che interessano il centro. Nel 1975 Mons. Ferro costituisce la Commissione Diocesana per la Pastorale Familiare che comprende subito l’importanza di collaborare con un Consultorio d’ispirazione cristiana, formando un gruppo di professionisti che gratuitamente prestano la loro opera all’interno del Consultorio per riattivare le attività un po’ sopite.

 

Questo gruppo di volontari collabora per i corsi in preparazione al matrimonio sia per la parte specialistica (ginecologica, giuridica, psicologica, formazione studio e diffusione metodi naturali, consulenza familiare) che per quella catechetica e all’interno per la segreteria e le consulenze, prestando attenzione perché non prevalga un’impostazione igienico-sanitaria come nei consultori pubblici, ma formativa, aperta ai bisogni umani della famiglia, alla sua costruzione e stabilità64.

Negli anni successivi, grazie alla presenza costante e competenza professionale del dott. Lucio Raffa, il Centro riprende vita, diventando punto di riferimento per tanti che nel Consultorio hanno trovato: ascolto, competenza, accoglienza.

 

 

IL NOSTRO IMPEGNO

 

     Pasquale Raffa

in Batti le ali e vola. Pasquale Raffa. Vivere donando, Falzea, Reggio Calabria 2018

 

Per conoscerne l’attività e l'impegno del nostro Consultorio negli anni successivi fino al 2001 è preziosa la relazione: L’esperienza del consultorio familiare diocesano ”Centro servizi sociali per la famiglia” di Reggio Calabria, tenuta dal suo Direttore dott. Pasquale Raffa di cui riportiamo un sintesi qui di seguito.

 

Il percorso, qui brevemente descritto, aldilà dei cambiamenti e degli adempimenti organizzativi, rappresenta un lungo periodo di maturazione professionale e di specificazione funzionale, correlate, per quanto è stato possibile, alle profonde trasformazioni sociali intervenute negli ultimi quaranta anni del nostro territorio, non meno profonde delle trasformazioni avvenute nel resto dell'Italia anche se presentatesi più tardivamente, ma certamente con effetti più destrutturanti perché impattati in un contesto di depressione socio-economica e, per certi aspetti, anche culturale (…).

Si è percepita in questi anni una progressiva e profonda crisi familiare, non del tutto evidenziabile solo dei dati statistici disponibili (…). L'Ufficio Famiglia e il Consultorio Diocesano, fin dal loro costituirsi, nel programmare i contenuti della reciproca collaborazione, hanno cercato di tenere presente l'evoluzione dei fenomeni sociali e, sull'altro versante, della formazione religiosa e della partecipazione ecclesiale, per cui un aspetto di questa collaborazione si è incentrato, e lo è tuttora, sullo studio e l'approfondimento di tali cambiamenti e, insieme, dei documenti del Magistero con attenzione anche allo scambio e al confronto delle esperienze pastorali nato in Italia. Per la programmazione e per il loro migliore svolgimento, secondo un percorso organico è coerente sul piano dei contenuti e metodi, il consultorio ha costituito al suo interno un'equipe formata da consulenti familiari, assistente sociale, medici, psicologi, giuristi e moralisti.

Allo stesso tempo è stato avviato un settore di studio e approfondimento dei metodi per la regolazione naturale della fertilità in particolare del Metodo Billings, sia partecipando alle iniziative culturali del Centro Studi e Ricerche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, sia organizzando in loco convegni di studi e incontri di formazione, sia incentivando e sostenendo la formazione di insegnanti. L'attenzione pluriennale a questa problematica ha portato all'organizzazione di un settore specifico di attività del nostro consultorio, seguito adesso da tre insegnanti diplomate che operano nel campo della consulenza, in quello della formazione dei giovani e delle coppie e sul versante della collaborazione alle iniziative educative nell'ambito pastorale (…). Si è formata così un’equipe regionale, diretta dalla responsabile del gruppo Billings dal nostro consultorio, che ha avviato corsi di sensibilizzazione regionali e infine, insieme al gruppo analogo della Sicilia, ha istituito un corso interregionale per insegnanti del Metodo.

L'insieme di questi percorsi formativi ed organizzativi ha costituito la condizione preliminare ed anche contemporanea per avviare e mantenere un collegamento con una serie di servizi diretti alla persona sia nella dimensione civile che ecclesiale; su questo versante si sono instaurate modalità di coordinamento organico con le attività degli organismi diocesani della pastorale familiare. Ci si è proposto una conduzione degli interventi miranti ad offrire gli strumenti del cambiamento sul piano culturale e su quello evangelico, avendo presente il cammino della chiesa locale, le esigenze del territorio e, per quanto ci riguarda, l’aderenza alla ispirazione Cristiana del nostro servizio. In altre parole, di contribuire all'opera di ripresentazione dei valori umani e cristiani della famiglia, della loro riscoperta e della loro cosciente traduzione con coerenza nelle scelte negli stili di vita. L'obiettivo fondamentale dell'impegno è stato individuato nella promozione di una cultura della vita che non è solo la difesa attraverso i servizi di consulenza centrati sulla persona, ma va sostenuto attraverso iniziative e interventi sul piano educativo e culturale e su quello della diffusione delle conoscenze scientifiche e morali adatte ad aiutare i giovani e le famiglie a progettare e a compiere azioni consapevoli tese a costruire relazioni umane significative stabili, basate sul rispetto della dignità della persona e sull'amore reciproco.

Il primo compito importante da segnalare è la collaborazione pluriennale nella elaborazione e nella conduzione del programma del Corso per Operatori di Pastorale Familiare, inizialmente triennale e, dopo l'istituzione della Scuola Diocesana per Operatori Pastorali, come terzo anno di specializzazione in Pastorale Familiare. Nello svolgimento del programma gli operatori del Consultorio si occupano delle tematiche antropologiche legate alla sessualità (dimensione biologica, psicologica e relazionale, affettività, contraccezione, aborto, metodi naturali, presentazione del consultorio e dei suoi servizi) e di quelle giuridiche nell'ambito familiare, mentre il diritto canonico viene trattato da specialisti del Tribunale Ecclesiastico.

L'altro versante della collaborazione con la pastorale familiare quello dei Corsi in Preparazione al Matrimonio (nella generalità dei casi preparazione immediata). I corsi, negli anni passati svolti solo in alcune parrocchie del centro diocesi o direttamente a livello diocesano, sono stati estesi lungo tutte le zone pastorali (...).

Sono state anche attuate forme di collaborazione con la pastorale giovanile diretta sia alla formazione degli educatori nell'area delle “scienze umane”, sia ai ragazzi, ai giovani dei gruppi diocesani e parrocchiali (…) .

Nella stessa direzione sono state attuate e sono attualmente in corso altre integrazioni all'interno delle iniziative annuali del Centro Vocazionale assieme all’Ufficio Diocesano Giovani e all'Ufficio Famiglia, con interventi rivolti ai giovani della città, cui partecipano anche i seminaristi del Seminario Maggiore, per aiutarli a maturare, nel processo di crescita verso l'età adulta, la capacità di progettare scelte di vita personale significativamente autonome e libere da condizionamenti emotivi e pseudo culturali. Riteniamo che l'impegno di collaborazione instaurato in questo campo tra più settori della pastorale diocesana rappresenti una strada completamente percorribile nell'ambito delle iniziative per la preparazione remota al matrimonio visto come una delle possibili scelte vocazionali dal cui confronto ognuna viene valorizzata nel riconoscimento del senso che gli è proprio.

In tutti questi ambiti i contenuti degli interventi degli esperti del Consultorio hanno in generale il significato di integrazione culturale e scientifica nell'ambito della cosiddetta promozione umana e di quella che in altri termini viene definita pre-evangelizzazione.

In questa direzione va vista anche la collaborazione che si è aperta con l'Ufficio Catechistico Diocesano con il quale in varie occasioni si relaziona l'Ufficio Famiglia, per un Corso rivolto agli insegnanti di religione cattolica sulle problematiche educative dell'età evolutiva inerenti alla maturazione sessuale, allo sviluppo dell'affettività e alcune iniziative del Consultorio rivolte ai sacerdoti della diocesi. Ricordo in particolare un corso offerto a tutti i parroci sulle attuali problematiche sessuali e alcuni interventi in occasione delle riunioni settimanali del clero, tendenti a far conoscere i metodi e contenuti dei servizi consultoriali (...).

Un settore particolarmente significativo di intervento educativo e di promozione della vita, curato in collaborazione con la pastorale familiare, è quello dei Corsi di Preparazione al Parto e alla Maternità-Paternità che associa la preparazione psicoprofilattica al parto della gestante, con la possibilità di partecipazione del coniuge, a momenti colloquiali proposti alla coppia con intervento educativo alla genitorialità che, a partire dal concepimento, aiutino a considerare la ricchezza della vita prenatale, l'accoglienza del neonato, le prime cure dopo la nascita e lo sviluppo della relazione interpersonale figlio-genitori.

 

Altri versanti di collaborazione con la pastorale familiare, che hanno aperto e consolidato una collaborazione estesa a più organismi, sono quelli della collaborazione per la Giornata del Movimento per la Vita (insieme alla Caritas diocesana e alcuni servizi di accoglienza) e la Scuola Genitori che, per l'iniziativa dell'Ufficio Famiglia, ha coinvolto i responsabili del MIEAC, dell'Azione Cattolica diocesana e del gruppo famiglia della stessa, dell’AGE e del nostro Consultorio. La Scuola Genitori è nata dall'esigenza di aprire a temi che coinvolgono tutta la famiglia e che riguardano i valori sociali e relazionali della persona, il suo equilibrato sviluppo, la difesa dei suoi fondamentali diritti e, in ordine ad essi, il responsabile compito educativo dei genitori, in aderenza a quanto raccomandato dai documenti del Magistero (...). Tra i fini che si è proposti la Scuola vanno ricordati quelli di stimolare la coppia a verificare su quali valori interni impostare un proprio progetto educativo; sollecitare i genitori a diventare protagonisti dell'educazione; fornire alle coppie momenti di dialogo, di confronto e di comunicazione per individuare percorsi educativi appropriati. Oltre ai genitori l'invito è stato esteso a tutti coloro che sono impegnati ad educare i ragazzi e giovani.

 

 

LA NOSTRA COSTANZA

 

L'Equipe Allargata

in Relazioni annuali e singoli contributi

 

 L’attività del Consultorio in questi anni si è sempre più specializzata ma non ha mai smarrito le sue radici di lavoro interdisciplinare che, interagendo efficacemente con scuole, enti e servizi territoriali, uffici di pastorale familiare, giovanile e vocazionale della diocesi, ha portato avanti diversi progetti e ha affrontato molte emergenze, sia in campo educativo e di prevenzione sia in campo terapeutico e sanitario. Il Consultorio ha perciò rivolto la sua attenzione a diverse tipologie d’utenza che si possono così delineare: adolescenti e giovani adulti con problematiche familiari sociali e affettivo-relazionali, coppie in crisi, dipendenze (gioco-alcool-sesso-emotiva), famiglie ricomposte, donne in gravidanza accompagnate per tutti i nove mesi, dal concepimento al parto in ospedale, donne con disagi legati alla menopausa, giovani adulti con problematiche legate alla sfera sessuale (identità di genere), genitori che vogliono approfondire meglio l’ambito dei compiti e delle funzioni genitoriali, giovani coppie  che si approcciano alla conoscenza dei metodi naturali (metodo Billings), problematiche legate a disturbi d’ansia, depressioni o disturbo ossessivo-compulsivo. All’interno di questa lunga lista vi è un’ulteriore differenziazione per orientamento sessuale, appartenenza etnica e provenienza geografica, fattori da cui derivano elementi di eterogeneità culturale e religiosa.

 

Un settore di intervento particolarmente delicato ha visto come protagonisti adolescenti e giovani che hanno trovato nel consultorio uno spazio di ascolto e sostegno costruito e ritagliato sulle loro peculiari esigenze. Parlare di adolescenza significa parlare di cambiamento e sembra irrinunciabile sottolineare che i cambiamenti e le trasformazioni interessano sia l’adolescente che la famiglia e tali cambiamenti sono interconnessi e correlati. Se è vero che adolescenza significa, per il ragazzo e la ragazza, affrontare una serie di micro lutti e delusioni rispetto alle rappresentazioni, ai legami e alle aspettative infantili, è altrettanto vero che anche i genitori devono potersi differenziare e abbandonare il loro prodotto-figlio, restituendogli le funzioni vicarianti svolte fino ad allora. Per sostenere la formazione dell’identità dell’adolescente, la famiglia deve coniugare stabilità e flessibilità e deve possedere una chiara definizione di sé, nei confronti della collettività, delle famiglie di origine paterna e materna, dei sottosistemi generazionali. Dunque, tra le funzioni della famiglia, sviluppate e sostenute con il nostro intervento, c’è stata quella del favorire una buona differenziazione dei figli rispetto alla matrice parentale affinché costoro potessero entrare nella vita adulta con un’identità stabilita e ben distinta che rispettasse le loro risorse, personalità e inclinazioni. Da un punto di vista clinico le problematiche più frequenti sono state: disturbi d’ansia, fobie e disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi dell’alimentazione, comportamenti a rischio, soprattutto nell’ambito della sessualità, disturbi della condotta e difficoltà scolastiche. L’elemento trasversale che sembra accomunare i vari casi è la presenza di insicurezza che riguarda ancor più la successiva età giovanile. Questo dato sembra rendere ragione, in questa fase, sia dei disagi in costante aumento, come i disturbi d’ansia, sia delle manifestazioni di disagio relazionale, come la difficoltà a instaurare rapporti affettivi caratterizzati da sostegno e fiducia reciproca, sia dei disturbi da dipendenza in quanto ricerca di una relazione oggettuale anaclitica compensatoria di un Sé fragile.

 

Un altro settore che merita attenzione è tutto ciò che ruota intorno ai problemi delle coppie in crisi. Spesso le problematiche sono legate al rapporto con le famiglie d’origine: non solo nel senso che non è stato operato il giusto distacco per una propria autonomia, ma anche nel senso che ognuno dei partners fa riferimento ad un proprio modello genitoriale, in contrasto con quello dell’altro e che impedisce la formazione di una nuova coppia autentica, unica, irripetibile. Da qui la necessità di elaborazione (non distruzione) dei due modelli per adattarli alla nuova realtà coniugale. Altro problema ricorrente è l’immaturità personale dei due coniugi o di uno dei due che impedisce di costituire un vero rapporto di coppia. La coppia non esiste ancora! In questi casi si ha la necessità di lavorare prima in due percorsi separati e poi come coppia. Inoltre sono presenti molto spesso situazioni in cui i due partners sono “l’un contro l’altro armati” e vedono solo il negativo dell’altro. Donde l’esigenza di aiutare a guardarsi dentro per vedere realmente quali comportamenti e quali atteggiamenti negativi influiscono sul rapporto per poi valutare insieme le qualità e le risorse personali favorevoli alla ricostruzione della coppia. Non ultimo, soprattutto in tempi recenti, è il problema del tradimento. Donde l’esigenza di lavorare sulle cause, se legate alla vita di coppia, e sulla possibilità di perdono che, se cristiano, rafforzerà ancora di più la coppia. Nella situazione odierna, di un contesto sociale ed economico difficile, i problemi di coppia si intrecciano con difficoltà finanziarie (uno dei due ha perso il lavoro o il lavoro non è sufficiente ai bisogni della famiglia). Per quanto riguarda le coppie che si dichiarano credenti e praticanti non si riscontra spesso un percorso spirituale importante che li conduca a guardare la propria realtà con gli occhi della fede. In tutte le situazioni è necessaria la disponibilità (acquisita o da acquisire) al cambiamento, affrontando la fatica del mettersi in discussione che questo comporta.

 

Un terzo settore è rappresentato dai soggetti affetti da dipendenza emotiva, da alcool, da gioco, sesso, ecc., possiamo dire che il nostro servizio utilizza un metodo semplice ed efficace: il colloquio motivazionale.  Attraverso il colloquio motivazionale si descrive cosa fare e come fare. I soggetti imparano le ambivalenze e ad aggirare e utilizzare la resistenza, a costruire le motivazioni, a rinforzare il cambiamento e prevenire le ricadute.

                     

Un quarto settore è costituito da donne in gravidanza; la maggioranza non è italiana, ma delle più varie appartenenze nazionali: le più numerose sono le donne marocchine. Le donne musulmane spesso vengono accompagnate dal marito, un po' perchè non conoscono l'italiano e il marito funge da traduttore, un po' perchè si nota grande unità di affetto tra i coniugi. Numerose sono anche le donne che provengono dall'Est europeo, di solito senza marito o compagno e per lo più al primo parto, talora dopo un’interruzione volontaria. Raramente accade che durante una seduta non venga nessuna italiana...Le italiane spesso non sono sposate e comunque spesso non sono accompagnate. Alcune vengono per effettuare il pap test (prevenzione del tumore del collo uterino) sia che siano straniere, sia che siano italiane o comunque regolari; quest’ultime vengono invitate dall’Asp a partecipare allo screening regionale, ma per abitudine di anni preferiscono rivolgersi a noi; altre per irregolarità del ciclo mestruale o dolori pelvici inspiegati o non meglio diagnosticati, anche passate in precedenza per il pronto soccorso o per altri consultori. Esse ci vengono inviate anche perchè siamo tra i pochi ad avere un ecografo e a non far pagare l'esame, neanche soltanto con un ticket; più raramente si viene per sospetto di malattia sessualmente trasmessa o per altri problemi legati alla sessualità. Infine, anche e soprattutto al di fuori delle sedute ufficiali, si presentano ragazze anche molto giovani che vengono a chiedere informazioni inerenti la “pillola del giorno dopo” o sulle procedure per abortire. L'accoglienza per tutte le utenti è massima e volta sempre a comprendere se vi siano altri problemi che soggiacciono alla richiesta di visita ginecologica, attraverso un colloquio anamnestico che ha anche il fine di creare un clima positivo di confidenza e quindi di stima e reciproca e di apertura. Particolare attenzione viene riservata alla “vita nascente”. Tra le prestazioni erogate sono comprese visite ginecologiche e procedure diagnostiche di ecografia ostetrico-ginecologica. L’accesso all’ambulatorio di ostetricia opportunamente attrezzato e dotato di un ecografo di ultima generazione, è, così come per tutte le tipologie di consulenze, garantito a chiunque si rivolga al Consultorio. Una corsia preferenziale è destinata alle donne straniere in gravidanza, ancora non in regola con i permessi di soggiorno e/o senza un lavoro e per questo impossibilitate ad accedere ai Servizi del Sistema Sanitario Pubblico e a tutte le donne con disagio socio-economco non in grado di affrontare le spese (anche solo del ticket per le prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale) per visite ed ecografie che in gravidanza sono assolutamente necessarie  con la dovuta regolarità. Inoltre si effettuano colloqui per evitare interruzioni di gravidanze, e dove sia possibile si sostengono economicamente le mamme che decidono di portare avanti la gravidanza attraverso il “Progetto Gemma”.  

 

Un quinto settore, quello dell’età anziana, ha visto la massima propulsione nel 2014 con la nascita del primo Alzheimer-Café cittadino a cura dell’Associazione "Allegra-Mente” che svolge le sue attività nel Consultorio e in sinergia con lo stesso. Uno spazio di aggregazione e socializzazione gestito da volontari che offre alle persone affette da Alzheimer ed ai loro familiari un luogo di incontro dove trascorrere alcune ore in un ambiente sereno e rilassante, per condividere attività che mirano a stimolare le capacità cognitive e relazionali. I dati demografici indicano che la popolazione mondiale sta invecchiando sempre più e parallelamente cresce l'incidenza e il peso delle malattie progressive ed invalidanti. La maggior parte dei Paesi non è in grado di affrontare adeguatamente le esigenze assistenziali e di sostegno ed è in questo contesto di difficoltà che il sistema del volontariato s'inserisce svolgendo un ruolo prezioso ed insostituibile che sopperisce a vuoti e lacune.

 

Tanti altri settori sono oggetto di intervento del Consultorio: si organizzano corsi di preparazione al parto ed alla genitorialità; si offre un importante contributo nell’ambito formativo, soprattutto intervenendo nei percorsi di preparazione al Matrimonio mettendo a disposizione figure professionali qualificate e affrontando tematiche di maggiore approfondimento o che richiedono particolare rigore scientifico; si accompagnano le coppie nella conoscenza della propria fertilità e nell’apprendimento dei Metodi Naturali; si offrono elementi dell’etica cristiana per illuminare le coscienze attraverso colloqui di supporto ai percorsi di consulenza, o in seguito a richieste specifiche degli utenti, e si fa riferimento costante all’etica morale nella lettura delle problematiche emerse e nell’individuazione di vie terapeutiche rispettose della dignità della persona umana e del suo sviluppo integrale; non di rado, ci siamo trovati anche a dover affrontare vere e proprie emergenze legate a una sistemazione abitativa se pur temporanea per persone con grave disagio personale e socio-economico; non ultimo il servizio ai separati e ai divorziati che decidono di fare un cammino spirituale di gruppo; negli anni il Consultorio ha costruito importanti relazioni con altri Servizi presenti sul territorio, del pubblico e del Privato sociale; porta avanti con professionalità l’importante Servizio di segretariato sociale; orienta gli  utenti  verso altri Servizi e li istruisce sulle modalità di accesso agli stessi – vedi l’inserimento dei piccoli negli asili, nei Centri diurni, il rilascio di tessere STP, richieste di permesso di soggiorno e/o di ricongiungimento familiare.

 

Il Consultorio ha attivato diverse collaborazioni con la Comunità Accoglienza onlus di Reggio Calabria e in particolare casa Accoglienza, Casa Cassibile, Casa Corigliano, i servizi promossi dalla Caritas diocesana, il Cif Cav Casa delle Donne "Madonna di Lourdes" e tanti altri soggetti di aiuto e di apostolato sociale.

 

 

Possiamo concludere affermando che il consultorio abbraccia tutta la famiglia: dal neonato al nonno e trasforma il disagio in risorsa in quanto esperienza da condividere per crescere e testimoniare che il Signore non poteva donarci niente di più sacro e di più bello della vita.

 

 

_______________________________________

 

46 Registro Verbali Consultorio Matrimoniale, anno 1967

47 G. AGOSTINO, Hanno visto i miei occhi…, Antonio Sicilia Editore, Marzi (Cosenza) 2001, p.. 39

48 Verbale n.2

49 G. AGOSTINO, “Nessuno cosi Padre…”, Jason Editrice srl, Reggio Calabria 1993, pp. 63-64

50 Verbale n.1 del 21/04/1967

51 Ibidem

52 Verbale n.2 del 08/05/1967

53 Verbale n.3 del 15/05/1967

54 Verbale n.4 del 15/09/1967

55 Verbale n.5 del 22/09/1967

56 Verbale n.6 del28/09/1967

57 Il Direttorio è costituito da:don Giuseppe Agostino, sig.ra Barone, sig.ra Glejses, sig.ra Rizzo, avv. A.Panuccio; assenti dott.Raffa, don Italo Calabrò e don Lillo Spinelli.

58 Inaugurato il Consultorio pre matrimoniale e matrimoniale, in «L’Avvenire di Calabria», 07/10/1967

59 G. Agostino, Primo corso di studio tenuto alla gioventu di Scilla, in «L’Avvenire di Calabria» 02/12/1967

60 G. Agostino, Un Vescovo allo specchio, Klipper S.a.s., Castrovillari (Cosenza) 2001, p.85

61 Riunione delle persone operanti al centro: soci anziani don Lillo Spinelli e il dott. Pasquale Raffa, sig.na Maria Quattrone, sig.ra Dattola, dott. Michele Restuccia, avv. Silvio Dattola, Claudio Roberti, (28/09/1981)

62 Verbale 18/09/1981

63 Essendo già stato, nel 1979, modificato lo Statuto ed adeguato alle norme regionali sui Consultori pubblici; è anche di questo periodo l’adesione alla Confederazione Nazionale dei consultori cristiani.