Cuzzocrea F., Sono i figli a sceglierci
09/06/2022
I figli sono frutto dell’amore e dono da accogliere in ginocchio, così come per l’Apostolo: “Piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome” (Efesini 3,14-15). Purtroppo questa prospettiva del «dono» viene spesso erosa, sostituendo «gratuità» e «servizio» con «produzione» e «investimento». Di conseguenza diventano prioritari «desiderio» e «perfezione», che poi si traducono in sterile programmazione delle nascite e in uno stile educativo spesso segnato dalla dipendenza affettiva. Certamente i genitori sono chiamati ad usare «retto giudizio» e «umana e cristiana responsabilità», ma la questione qui va oltre e investe il modo proprio di essere nel mondo.
C’è infatti un crinale che distingue nettamente due modi di essere al mondo e quindi due modi di “mettere” al mondo i figli e di vivere la genitorialità: servire, quindi essere disposti a donare la propria vita o essere serviti, quindi servirsi dell’altro. Solo il primo modo ci rende felici, l’altro modo è proprio del predatore e, contrariamente a ciò che si crede, non appaga il bisogno di essere riconosciuti, apprezzati, valorizzati. Mettersi a servizio della vita, accoglierla, proteggerla fin dal suo primo istante e fino all’ultimo suo respiro, è l’altissima vocazione dei genitori. Ogni figlio dovrebbe essere voluto, accettato e amato solo per se stesso, mentre il servizio educativo dovrebbe essere un puro atto di amore. Ogni genitore infatti è stato scelto da Dio come dono proprio per quel figlio, il quale venendo al mondo lo fa esistere come genitore e prendendolo per mano lo invita ad essere sua guida e compagno di viaggio.
In questo senso la genitorialità è prima di tutto un dono «dei» figli e «per» i figli, non solo il figlio un dono per i genitori. Così un genitore è “speciale” perché “speciale” è il figlio che lo ha scelto ed è grande nell’amore quando presta o dona la sua paternità o maternità a chi è rimasto solo o indifeso o ai margini della vita.
Sono i figli in realtà che ci scelgono, sono loro allora che ci educano alla libertà del cuore, alla spontaneità, alla semplicità, all’essenziale, alla gratuità… e desiderano solo essere ascoltati e compresi, accettati e amati. Quanto impara un genitore dai propri figli!! Sono essi molto spesso quella voce di Dio che, come nella Casa di Nazareth, nel silenzio adorante della “Chiesa domestica”, parla al cuore dei genitori, rivelandone lo splendore del loro essere dono, talvolta fatica, ma ripagata totalmente dalla ricchezza dell’amore.
(don Francesco Cuzzocrea, Assistente ecclesiastico CFC Calabria e Gestalt counselor familiare e di coppia)
Articolo pubblicato su Avvenire di Calabria il 09.06.2022
https://www.avveniredicalabria.it/genitorialita-riflessione-don-cuzzocrea/